13 dicembre 2006

Il pomeriggio del 12 Dicembre



Il pomeriggio del 12 Dicembre
in piazza del Duomo ce l'avete illuminato
ma in via del Corso non ci sono le luci
per l'Autunno caldo il comune le ha levate
In piazza Fontana il traffico e animato
c'e il mercatino degli agricoltori
sull'autobus a Milano in poche ore
la testa nel bavero del cappotto alzato
Bisogna fare tutto molto in fretta
perché la banca chiude gli sportelli
oh come tutto vola cosě in fretta
risparmi e gente tutto cosě in fretta
No, no, no, non si puň piů dormire
la luna e rossa e rossa di violenza
bisogna piangere i sogni per capire
che l'unica giustizia borghese si e spenta
scende dicembre sopra la sera
sopra la gente che parla di Natale
se questa vita avrŕ un futuro
metterň casa potrŕ anche andare
Dice la gente che in piazza Fontana
forse e scoppiata una caldaia
lŕ nella piazza 16 morti
li benediva un cardinale
No, no, no, non si puň piů dormire
la luna e rossa e rossa di violenza
bisogna piangere i sogni per capire
che l'unica giustizia borghese si e spenta
Notti di sangue e di terrore
scendono a valle sul mio paese
chi pagherŕ le vittime innocenti?
chi darŕ vita a Pinelli il ferroviere?
Ieri ho sognato il mio padrone
a una riunione confidenziale
si son levati tutti il cappello
prima di fare questo macello
No, no, no, non si puň piů dormire
la luna e rossa e rossa di violenza
bisogna piangere i sogni per capire
che l'unica giustizia borghese si e spenta
Sulla montagna dei martiri nostri
tanto giurando su Gramsci e Matteotti
sull'operaio caduto in cantiere
su tutti i compagni in carcere sepolti
Come un vecchio discende il fascismo
succhia la vita ad ogni gioventů
ma non sentite il grido sulla barricata
la classe operaia continua la sua lotta!
No, no, no, non si puň piů dormire
la luna e rossa e rossa di violenza
bisogna piangere i sogni per capire
che l'unica giustizia borghese si e spenta
No, no, no, non si puň piů dormire
la luna e rossa e rossa di violenza
bisogna piangere i sogni per capire
che l'unica giustizia borghese si e spenta

06 dicembre 2006

La scimmia del Freeride

Ormai è da qualche anno che ci convivo, con 'sta scimmia che mi porto dietro.
Sulla schiena.
Costantemente.
All'inizio era lo skateboard, ma lì non si usava il termine freeride, anche se lo spirito era quello.
Poi è stato lo snowboard. E con lo snowboard il freeride.
A settembre iniziava la danza della neve. Discussioni con l'amico Sebastian riguardo la possibilità di una alquanto improbabile nevicata in ottobre (eventualita' che non s'è mai verificata). Di improbabili ascese su monti sperduti (e illibati allo snowboard) dell'appennino tosco-emiliano, ma ancora piu' improbabili discese su un Monte Morello ricoperto da mezzo metro di neve fresca (sarà mai successo dopo l'ultima glaciazione? io non credo).
E comunque, fra una chiacchera e l'altra, c'era il continuo spulciare dei bollettini meteo e delle poche (allora) webcam puntate sui nostri appennini.
Ma insieme a tanto chiaccherare, c'era anche qualche uscita con la tavola. La maggior parte, ovviamente, all'Abetone, e soprattutto in Val di Luce, ma la piu' memorabile, che porto ancora negli occhi e nel cuore, è stata la discesa dal Falterona: salita in mezzo al bosco, con le racchette da neve e la tavola legata allo zaino, e discesa lungo un canalone.
Salita lunghissima, discesa brevissima.
Salita faticosissima. Discesa....
la discesa me la sogno ancora.
E ancora quando ci penso, mi torna il sorriso.
Eccola la scimmia. Quella che non riesci a "staccarti".
Ormai ce l'ho nelle vene: scrivo e penso che certo, quest'anno potrei anche ricominciare a fare un po' di snowboard...
Già. Ricominciare.
Ricominciare perchè dopo lo snowboard è arrivata la mountain-bike.
Ed è stato di nuovo amore. E freeride.
...e scimmia.
E' incredibile la sensazione che possa darti lo scendere "a fiamma" da una montagna in equilibrio su una bici.
Affidarsi alle proprie capacità tecniche, di conoscenza del percorso e dei propri limiti. Della bici (e dei suoi limiti). Devi sapere quando mollare i freni e quando tirarli.
La scimmia...
Piu' tempo è passato dall'ultima volta che ti sei fatto (di freeride), e meno ne senti la voglia: è giovedì, e non sai se domenica andrai coi freeriders o con i pedalatori. Il venerdì inizi a sondare il programma freeride (tanto con i pedalatori c'è l'appuntamento fisso), ma metti in chiaro che sei in forse.
E' sabato pomeriggio, e sei sicuro che il giorno dopo pedalerai (sei quasi fuori dal tunnel).
Poi sabato notte ti dici: "ma che cazzo mi son comprato a fare casco integrale, pettorina, ginocchiere e quel cancello di bici che pesa d19 kili?"
E cosi' ci sei ricascato. La domenica mattina sei li' alle 8, davanti al negozio di bici, che smanii per caricare la tua "amata" sul furgone, e partire subito, senza stare a cazzeggiare più di tanto.
Finalmente si parte. Stavolta sopra la Rufina, dove i "locals" hanno tracciato dei nuovi sentieri.
Siamo in vetta. "Chi guida il fugone?" Nessuno, oggi, si fa avanti (sentieri nuovi, siamo tutti curiosi).
Si decide di fare le risalite con un furgone solo (8 bici e 8 biker: 6 sul furgone e 2 a traino), e Marco, che in bici non ci va, ma e' uno che si sbatte abbestia x la bici e la DH, lo guida.
I sentieri sono belli, l'adrenalina circola e l'umore è alle stelle.
La scimmia tace, e la mattinata vola via.
E poi arriva l'ultima discesa. Sei quasi in fondo. E' finita la parte tecnica e rimane solo una strada piatta che ti riporta al furgone che ti sta aspettando, alla fine della strada.
E la scimmia si sveglia. E ti dice che e' finita. E cominci a pensare che (cazzo!) sono solo le 13 di domenica pomeriggio. E mancano altri sette giorni alla prossima dose di adrenalina.
Torni a casa e rivedi, mentalmente, la sequenza di curve e controcurve, i salti, quella radice bagnata (che sembrava fosse stata immersa nell'olio) su cui alla fine sei caduto.
Il lunedì mattina, mentre sei in motorino e vai in ufficio, ripensi alle traiettorie da tenere per non finire nel solco che c'era in quella parte di sentiero. E ti domandi che tempo farà domenica.
Sei in crisi d'astinenza.
E la scimmia se la ride....

22 novembre 2006

L'economia mondiale secondo Eduardo Galeano

Un amico mi ha girato un link di un progetto di mani tese:"Aiuti di emergenza per la popolazione sfollata di Polhò".
Nella pagina era riportata la "Frase del mese" che non posso che quotare:
"L'economia mondiale è la più efficiente espressione del crimine organizzato. Gli organismi internazionali che controllano valute, mercati e credito praticano il terrorismo internazionale contro i paesi poveri e contro i poveri di tutti i paesi con tale gelida professionalità da far arrossire il più esperto dei bombaroli." Eduardo Galeano, Le vene aperte dell'Americalatina

13 novembre 2006

Flickr

In questi giorni sto postando veramente poco.
Il motivo e' che mi sono "intrippato" per flickr.
Questa è l'ultima foto che ho postato:

Ponte Vecchio (FI) - 20061112
Foto: 18k

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01 novembre 2006

Gracias a la vida

Ci sono alcune canzoni (anzi, poesie), che andrebbero recitate come un mantra, nei momenti di "crisi".
In modo da far scivolare via certi *non* problemi.
A casa, nella vita, in ufficio.


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Violeta Parra
Gracias a la Vida

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Gracias a la vida que me ha dado tanto
Me dio dos luceros que cuando los abro
Perfecto distingo lo negro del blanco
Y en el alto cielo su fondo estrellado
Y en las multitudes al hombre que yo amo.

Gracias a la vida que me ha dado tanto
Me ha dado el oído que en todo su ancho
Graba noche y día grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna de mi bien amado.

Gracias a la vida que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha de mis pies cansados
Con ellos anduve ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio.

Gracias a la vida que me ha dado tanto
Me dio el corazón que agita su marco
Cuando miro el fruto del cerebro humano
Cuando miro al bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros

Gracias a la vida que me ha dado tanto
Me ha dado la risa y me ha dado el llanto
Así yo distingo dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes que es el mismo canto
Y el canto de todos que es mi propio canto.

Gracias a la vida que me ha dado tanto


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Fra l'altro questa canzone è stata rifatta (ovviamente tutta "in levare") dalla Banda Bassotti, nel disco cui mi sono ispirato per il nome di questo blog. Bellissima!

29 ottobre 2006

Il mio mugello

All'alba, dalla finestra di camera mia
20061028 - Casanuova (Mugello - FI)
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09 ottobre 2006

arte nel panico

Sfruttando una pausa pranzo, per andare a fare qualche foto, in centro, sono passato da Vicolo del Panico (fino a pochi mesi fa sede del M.A.F.), un vicolo "a fondo cieco", strettissimo e buio.
Mi ha colpito il fatto che in fondo al vicolo fosse presente questa:


Firenze - 20061005
Foto: 18k

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01 ottobre 2006

Dos de octubre no se olvida

Questo post l'ho scritto il 9 Luglio 2006. Ma a pubblicarlo ho deciso di aspettare fino ad oggi

Jorge Huft è morto ormai da diverse settimane.
Questo post ce l'ho in testa da allora. E forse anche da prima, visto che sapevamo che stava male, e che era "alla fine", ma ho aspettato che non ci fosse più, quasi per avere una "giustificazione" ad affrontare l'argomento.
Era lo zio di mia moglie.
L'ho incontrato due volte sole, visto che non abitava a città del messico, ma la sua persona mi ha colpito. E ancor di più mi ha colpito un episodio "minuscolo" successo durante la prima visita fatta a casa sua, nel dicembre 2001.
Doveva essere una visita di "cortesia": ero al quinto viaggio in messico, e ancora non conoscevo gli zii di jalapa. Sinceramente potevo arrivare al decimo viaggio, chè me ne fregava il giusto ("I'm a lazy sod", per dirla alla Sex Pistols).
Ma poi, come mi è successo un sacco di volte in messico, gli eventi hanno preso una strada diversa rispetto a quella che avevo in mente, e mi hanno fatto ricredere (e in questo caso pentire) di aver aspettato tanto.
Jorge e Susi, una coppia di vecchietti di una umanità sconfinata. I classici parenti che si commuovono quando rivedono una nipote dopo tanti anni. Ma questo fa parte del visto e rivisto.
Jorge e Susi: una coppia di vecchietti non sposata. Il che è uno SCANDALO nel cattolico messico. E per la "famiglia". Ma Jorge e Susi si volevano bene. Più di tante "famiglie" la cui unione è stata benedetta da Dio e "riconosciuta" dagli uomini.
Ma non è questo di cui "devo" parlare.
Mentre stavamo uscendo di casa, passando dal garage, sono rimasto colpito da una scritta fatta su una piccola lavagnetta appesa al muro:
"2 de octubre no se olvida
Y yo no lo olvidarè"
La scritta l'avevo vista anche la mattina, quando eravamo arrivati, e avevo riflettuto su cosa potesse significare. Ero arrivato alla conclusione che si riferisse ad un evento non felice: nessuno scrive la data di un fidanzamento o di un compleanno su una lavagna.... Avevo chiesto piu' volte a M., durante tutto il giorno, ma la sua risposta era sempre stata: "chiediglielo!".
Prima di uscire, quindi, ho chiesto.

"Jorge, a que se refiere: '2 de octubre no se olvida'?"
Colpito e affondato!
Se prima Jorge e Susi mi erano rimasti simpatici, la risposta di Jorge, li ha fatti salire sul piedistallo.
"se refiere al 2 de octubre del sesentayocho" quando nella piazza di tlatelolco la polizia ha sparato durante una manifestazione di studenti e professori. Io ero là. Ed ho scritto quella frase perchè mai! mai! mai! mi dovrò dimenticare di quello che è successo quel giorno (su tlatelolco Oriana Fallaci, che in quella piazza c'era, ed era ancora in possesso di tutte le sue facolta' mentali, ha scritto delle pagine veramente belle e drammatiche).
Era il dicembre 2001. 5 mesi prima c'erano stati i fatti di genova, durante il G8: 2 giorni di black-out di democrazia e diritti civili che ho sentito (e vissuto) da vicino. Il nervo era (ed è) ancora scoperto, e le poche parole dette da Jorge ci fecero commuovere.
Peccato solo che Jorge non abbia aspettato un paio di mesi in più, ad andarsene: domenica scorsa (20060702), su Il Manifesto, c'era un trafiletto in cui si diceva che era stato arrestato, proprio per quanto successo il 2 di ottobre del '68, Luis Echeverria, ministro degli interni durante i fatti di Tlatelolco, e poi presidente del Messico.
Dos de octubre no se olvida!
20 e 21 luglio 2001 non si dimenticano.
Genova non si dimentica.

Un abbraccio col cuore, Jorge e Susi.

21 settembre 2006

Mis mujeres

Esta foto es para los mexicanos, pa' que vean como es Costanza (y como esta' todo mi harem). Bueno, todavia no es hermosissima, pero... en unos dias sera' bella como su papa'! :-) Posted by Picasa

20 settembre 2006

Babbo spengi il flash. Mi spaventi!

20060920 - Firenze
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Bi-babbo: benvenuta Costanza


20060920 - Firenze


Oggi, finalmente, con 13 giorni di ritardo (questa nasce già svaccata), è arrivata Costanza.
E' andato tutto bene, travaglio rapido, parto regolare, e "botta d'emozioni" finale, quando "è uscita" (chi non ha assistito ad un parto non penso possa capire a cosa mi riferisco).
Come tutti i bambini nati con parto naturale, è... bruttina (chiunque dica il contrario ha gli occhi foderati di prosciutto), ma sicuramente le basteranno pochi giorni per diventare bellissima (soprattutto se assomiglierà al babbo).
Un po' di dati statistici: vergine lei, vergine io, e vergine la mamma (e anche il nonno paolo e lo zio juanjo).
E' nata di mercoledì, come me e come la sorella.
Pesa 3.650.000mg e misura 0,49 m.

Lunga vita e prosperità Posted by Picasa

04 settembre 2006

Alba in Mugello

Valeva la pena mettere la sveglia alle 5,45?
Valeva la pena decidere di alzarsi alle 6,00 per capire che era tardi, e che avrei dovuto correre per raggiungere la vetta del carpinello?
Valeva la pena, per guadagnare tempo, "scalare" il marroneto di "Corrado", invece di seguire la strada sterrata che dalla "madonnina" porta al carpinello?


Valeva la pena!
Mugello - 20060902 06:47 (CEST)
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24 luglio 2006

Trekking sul Carpinello


Castel Guerrino visto dal Carpinello - 20060723
Foto: 18k


La croce sul Carpinello (Firenzuola): nonostante il caldo, "le opere pie" vengono portate avanti - 20060723
Foto: 18k

18 luglio 2006

BOIA CHI MOLLA - 20060709

Qui in campeggio c'è uno (lo chiamerei ragazzino, vista l'età, ma qualcuno dei miei colleghi potrebbe sentirsi chiamato in causa), sui vent'anni. Capello di gran tendenza (corto ai lati più lungo sopra e dietro: una pseudocresta da fighetto).
Gira su una bici graziella, ridipinta di nero. La classica bici da campeggio.
L'ho visto ieri per la prima volta. Mi ha colpito la sua maglietta: nera, senza maniche (da supercoatto) e con la scritta BOIA CHI MOLLA e un'aquila con un fascio littorio fra gli artigli.
Quando l'ho visto mi ha fatto profondamente incazzare.
Oggi, quando sono andato al bar, per il secco, l'ho rivisto. Aveva la stessa maglietta (brutto sudicio!), ma stavolta non mi ha fatto incazzare. Aveva anche un paio di pantaloncini bianchi della juventus.
Allora ho capito: e' solo un povero meschino di vent'anni che non si merita nemmeno l'odio o il disprezzo. Ma solo l'indifferenza con cui si evita di calpestare una cacca, per strada.
Mi è tornato il sorriso.

11 luglio 2006

18 giugno 2006

Paolo, la nuova Canon, e i lavori nell'orto

Questa è una foto di babbo Paolo, fatta con la mia nuova Eos 20D, mentre si prendeva una pausa dal suo orto.

Casanuova (Mugello) - 20060617
Foto: 18k

09 giugno 2006

L'orto di Casanuova

L'orgoglio di babbo paolo (e anche mio).
In primo piano il melograno (melogranj).
Poi, nell'ordine:
agli, zucche e zucchine
cipolle e melanzane
pomodori
e poi una distesa di patate

20060603 - Casanuova (Mugello)
Foto: 18k
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