Le 4 di notte.
L'ora giusta per un po' di tristezza.
Ieri mattina, mentre pascolavo il cane, ascoltavo Controradio.
E il dj (il Bufano) ha passato un pezzo di Chico Buarque de Hollanda.
Ma prima di mettere il pezzo, ha letto il testo della canzone.
Ed ho pensato a quanti che non si chiamano Filippo Raciti, poteva essere dedicata.
A quanti, rumeni, albanesi, nordafricani non viene nemmeno concesso il proprio nome su un quotidiano, figuriamoci i funerali con le "autorità".
A quanti volano giù da un impalcatura, o finiscono schiacciati in una pressa o in qualsiasi altro assurdo modo cessino di vivere mentre sono al lavoro.
A loro, a tutti questi Signor nessuno, è dedicato questo post.
Construcao
Amò quella volta come se fosse l'ultima
Baciò sua moglie come se fosse l'ultima
E ciascun figlio suo come se fosse l'ultimo
E attraversò la via col suo passo timido
Salì la costruzione come se fosse macchina
Tirò su all'ultimo piano quattro pareti solide
Mattone su mattone in un disegno magico
I suoi occhi velati di cemento e lacrime
Sedette per riposare come se fosse sabato
Mangiò fagioli e riso come se fosse principe
Bevendo e singhiozzando come se fosse un naufrago
Ballò e rise come se ascoltasse musica
E inciampò nel cielo come se fosse un ubriaco
E fluttuò nell'aria come se fosse un passero
E si arrestò al suolo come se fosse un fardello flaccido
Agonizzò nel mezzo del passaggio pubblico
Morì contromano intralciando il traffico
Amò quella volta come se fosse l'ultima
Baciò sua moglie come se fosse l'unica
E ciascun figlio suo come se fosse il prodigio
E attraversò la via con il suo passo ubriaco
Salì la costruzione come se fosse un solido
Tirò su all'ultimo piano quattro pareti magiche
Mattone su mattone in un disegno logico
I suoi occhi velati di cemento e traffico
Sedette per riposare come se fosse un principe
Mangiò fagioli e riso come se fosse il massimo
Bevendo e singhiozzando come se fosse macchina
Ballò e rise come se fosse il prossimo
E inciampò nel cielo come se ascoltasse musica
E fluttuò nell'aria come se fosse sabato
Agonizzò nel mezzo del passaggio naufrago
Morì contromano intralciando il pubblico
Amò quella volta come se fosse macchina
Baciò sua moglie come se fosse logico
Tirò su all'ultimo piano quattro pareti flaccide
Sedette per riposare come se fosse un passero
E fluttuò nell'aria come se fosse un principe
E si arrestò al suolo come un fardello ubriaco
Morì contromano intralciando il sabato
Chico Buarque de Hollanda - 1971
25 marzo 2007
14 marzo 2007
Il degrado m'aggrada
Foto fatta in Sant'Ambrogio (Firenze), vicino a Piazza Ghiberti (finissimo esempio di estetica: cemento e basta), dove sono da poco stati sgomberati gli anarchici (vera unica fonte del degrado della piazza, del quartiere e della città). Cosi' ora il propietario del bar che si trova(va) proprio accanto alla casa occupata potrà tornare a parcheggiare il suo Porche Cayenne accanto alla sua bottega, nel mezzo della piazza (che per inciso è una piazza pedonale).
E il sapere che hanno murato porte e finestre a quell'appartamento del comune (che cosi' torna ad essere inutilizzato) che gli anarchici avevano occupato, non puo' che rendermi orgoglione di essere cittadino di questa città e di questo paese.
Meno luoghi di aggregazione e più banche, e negozi per turisti, e centri commerciali. Così si (ri)qualifica la città!
Technorati Tags:anarchici, degrado, firenze, ghiberti
Iscriviti a:
Post (Atom)